Ci sono tre chiavi di lettura della salvezza: la prima è quella fisica, cioè ritornare a casa, vi è poi quella spirituale, cioè salvare la propria anima e infine quella morale. Questi argomenti potrebbero sembrare astratti, ma sono quanto mai attuali a detta del regista. I sette protagonisti non hanno una personalità e un carattere ben definito: essi possono essere chiunque e chiunque può essere loro e per questo il pubblico è più coinvolto nello spettacolo perché riesce a riconoscersi e immedesimarsi nei personaggi. Inoltre l’intento del regista non era quello di dar vita ai soliti “personaggini” che oggi più che mai fanno pensare ad un reality show più che ad uno spettacolo teatrale, ma piuttosto quello di creare degli uomini nei quali tutti potessero rispecchiarsi e che rappresentassero la varietà del genere umano. La pietra portante dello spettacolo sono le votazioni, che possono diventare il cemento della democrazia tanto quanto della dittatura. Il voto può salvare una vita, ma può anche decretare la sua fine. In una meravigliosa unione di teatro e danza, le parole sono poche: infatti sono soprattutto i gesti e l’espressione degli attori che raccontano la vicenda, senza però mai sfociare nell’esagerazione e nel grottesco. Crotti ha infatti affermato di non amare gli spettacoli in cui gli attori si trasformano in “mascheroni”, che lo spettatore ormai riconosce come finti, poiché non è più abituato a questo tipo di espressività. Lo spettacolo è caratterizzato da una grande semplicità e il titolo stesso lo suggerisce: i sette personaggi indossano soltanto delle t-shirt bianche che stanno a indicare il loro candore iniziale. Le magliette degli attori si sporcano poi di nero, che rappresenta la loro trasformazione da bambini innocenti a mostri. Fondamentali per aiutare lo spettatore a immergersi nello spettacolo sono senza dubbio le musiche composte dal gruppo milanese “Me And The White Lash”, che creano un’atmosfera a tratti onirica e a tratti quasi infernale. “I Candidi” è uno spettacolo ben riuscito e capace di far riflettere, soprattutto in tempi in cui è raro fermarsi a pensare su ciò che accade intorno a noi. E’ senza dubbio un’esperienza teatrale diversa dal normale, ma che consiglio a tutti!
Carolina Fornari
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