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milano, Italy
Eco di fondo è una compagnia teatrale nata da Giacomo Ferraù e Giulia Viana, diplomati all’Accademia dei Filodrammatici di Milano nel 2007. Si occupano di teatro di prosa e di teatro ragazzi. Selezionati per due anni consecutivi a NEXT, laboratorio per delle idee (O.Z.,, 2014 e LA SIRENETTA, 2015), hanno vinto diversi premi, tra cui: Premio Riccardo Pradella (2014), Selezione Inbox (ORFEO ED EURIDICE, Teatro Presente-Eco di fondo, 2014), finalista Premo Scenario Infanzia (NATO IERI, 2012), Premio Fantasio Piccoli (SOGNI, 2010), Premio ANPI Cultura (LE ROTAIE DELLA MEMORIA, 2008)

lunedì 13 maggio 2013

Terzo Paesaggio si prende cura di noi. Eco di fondo è con Terzo Paesaggio

il Terzo Paesaggio è un territorio per le molte specie che non trovano spazio altrove [...] uno spazio per il tempo libero, uno spazio improduttivo, uno spazio sacro [...] Gilles Clément, Manifesto del Terzo Paesaggio

chi siamo
terzo paesaggio è un’impresa creativa di servizi per la cultura in fase di start-up. Il progetto è finalizzato alla promozione e distribuzione di spettacoli dal vivo interpretati da artisti qualificati della scena contemporanea nazionale con uno sguardo verso la ricerca di nuovi mercati e in particolare di forme innovative di distribuzione e fruizione di cultura.
Vuole integrare la sostenibilità, ovvero la visione di lungo periodo, il rispetto per il talento, per i diritti e per l’ambiente, in tutte le azioni.
Nasce da un’idea di Andrea Perini, operatore culturale milanese, ed è sviluppato grazie ad un team di professionisti che ne hanno riconosciuto il valore innovativo e che lo fanno crescere offrendo consulenza strategica per ciascuna funzione d’impresa.
È condotto in network con soggetti che operano in ambito culturale, configurandosi da subito come una comunità per lo scambio di conoscenze e opportunità.
Nasce a Milano, territorio ad alta densità creativa e sede di Expo 2015 e opera su scala nazionale.

fondamenti teorici
Muove dalla riflessione dell’architetto paesaggista Gilles Clément sul délaissé, ovvero la zona residuale valorizzata come un territorio per le molte specie che non trovano spazio altrove [...] uno spazio per il tempo libero, uno spazio improduttivo, uno spazio sacro [...], che applicata al contesto culturale e in particolare a quello teatrale diventa, seguendo questo slittamento di senso, una riserva per la creatività e un territorio per la crescita del nuovo pubblico.
Aderisce al Manifesto per la sostenibilità culturale promosso da Monica Amari per innalzare all’1% del PIL (prodotto interno lordo) il finanziamento pubblico destinato alla Cultura e per il riconoscimento da parte dell’Unione Europea della dimensione del simbolico come quarto pilastro del modello di sviluppo sostenibile (accanto a sostenibilità ambientale, economica e sociale) per garantire crescita all’intero sistema economico.

problema generale
terzo paesaggio nasce in risposta ad alcune criticità individuate nell’attuale sistema teatrale.
Nel circuito distributivo convenzionale, fatto di circa duemila sale attive sparse su tutto il territorio nazionale (costituito dai Teatri Stabili ad iniziativa Pubblica e Privata, dai Teatri Stabili di Innovazione, dalle Rassegne e Festival teatrali, dai Circuiti Teatrali Regionali, dalle sale comunali) per le compagnie meno strutturate, si prospetta: un mercato congestionato; difficoltà di azioni di marketing incisive; difficoltà nella gestione delle relazioni. Nelle aree extrateatrali, fatte da un insieme di occasioni eterogenee quali fiere dell’editoria, festival della cultura e della scienza, musei e spazi d’arte oltre alle aree delle feste private, si prospetta invece: un mercato disomogeneo e privo di una mappatura specifica; un mercato selettivo; mancanza di un processo di intermediazione efficace.
Per quanto concerne la domanda, in un contesto ad alto tasso di alternative, dove i consumatori hanno a disposizione una sempre maggiore quantità di tempo libero che spesso scelgono di impiegare in consumi culturali, il teatro risulta sfavorito. Tra i motivi: divario di accesso alla comprensione; pregiudizio per cui il teatro viene considerato noioso ed elitario; alto rischio di delusione delle aspettative.
Inoltre, a fronte di tagli all’investimento pubblico in cultura non corrisponde un aumento dell’investimento dei privati e dei singoli, in particolare per il sostegno dei progetti di creatività residuale, i quali assicurerebbero invece la vivacità culturale di un territorio.

cosa vogliamo fare
Emergere nel mercato convenzionale attraverso la scelta di prodotti culturali di qualità promossi grazie ad una strategia di comunicazione e promozione basata sulle relazioni dirette con i programmatori e sulla valorizzazione del prodotto.
Indagare il mercato extrateatrale per acquisire contatti su cui costruire relazioni e a cui proporre un’offerta mirata.
Offrire degli strumenti per facilitare il godimento dello spettacolo, intervenendo sul divario di accesso alla comprensione, lavorando sui contenuti.
Orientare i fruitori verso la scoperta di proposte alternative e verso il riconoscimento del valore delle aree di creatività residuali.
Innescare delle azioni di partecipazione e di sostegno da parte di privati e aziende da un lato e la promozione della campagna di adesione al Manifesto per la sostenibilità culturale dall’altro.
Per questi motivi distribuiamo un selezionato gruppo di artisti della scena contemporanea nazionale nel circuito istituzionale e convenzionale delle sale deputate. Abbiamo posto grande attenzione alla scelta degli artisti e delle compagnie teatrali che compongono il nostro catalogo, raggruppando le proposte per generi di non concorrenza quali il teatro canzone, il teatro ragazzi, la performance e l’installazione, il teatro di figura e il teatro di narrazione, oltre la prosa classica e contemporanea. Ci distinguiamo per la cura con cui coltiviamo e sviluppiamo le relazioni con i programmatori culturali e per l’attenzione posta nelle attività promozionali ed editoriali. Ci atteniamo ad un modello di comunicazione e di promozione “in sottrazione”, opposto all’ingorgo mediatico.
Stiamo progettando un ramo d’impresa per proporre un format specifico di teatro d’arte dedicato alla festa (nelle case?), a basso impatto ambientale e ad alta vocazione culturale. Sostenuto dall’intervento dei singoli e dalle sponsorizzazioni delle aziende. Il destinatario diventa committente e si responsabilizza nel proprio ruolo di promotore culturale, ricevendo in cambio un’esperienza memorabile e ad alto coinvolgimento emotivo. Una forma di teatro attenta alla sostenibilità, in grado di incidere positivamente sulla qualità della vita dei singoli consumatori e di accrescere il desiderio di consumo culturale, con ricadute positive sul mercato, anche convenzionale oltre ad un impatto sociale territoriale positivo. Per questo abbiamo avviato una prima azione: una ricerca di mercato itinerante che è diventata un vero e proprio progetto curatoriale: bùxula. orientamenti ignoti.

terzopaesaggio.org

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